Accompagnare la transizione da un’economia riparativa a un’economia
generativa, centrata sulla cultura dell’interdipendenza, la costruzione del
bene comune e la cura del nostro Pianeta, attraverso gli Accordi di
interdipendenza generativi (ADIG): strumenti con cui imprese di ogni tipo e
dimensione - ma anche pubbliche amministrazioni e altre organizzazioni, fino ad
arrivare ai singoli professionisti e cittadini - possono rendicontare ovvero
“narrare” coi numeri il modo in cui le proprie azioni contribuiscono al
raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Ne parliamo su Futura Network con un articolo di Paolo Fedi,
co-founder Benefit Innovation SB e Manuela Pagani Larghi, co-founder Impact Hub
Ticino, coordinatori del laboratorio patrocinato
da Prioritalia con ASviS che ha
portato alla messa a punto di un modello di ADIG.
Gli ADIG sono dei patti, degli accordi liberi presi al di fuori di un
quadro legale che, grazie alle loro caratteristiche di diffusività, pervasività,
rapidità di esecuzione e misurabilità rappresentano uno strumento concreto per
transitare da una visione ego-sistemica a una visione eco-sistemica. Sono a
disposizione di tutte le persone - imprenditori, decisori istituzionali,
consumatori, cittadini, ecc. – guidate dalla consapevolezza che sia necessario
passare dalla cultura della competizione e dell’individualismo a quella della
collaborazione, puntando sull’interdipendenza, sulla fiducia, sulla capacità di
definire accordi e di rispettarli senza necessariamente dover ricorrere a
obblighi o penali.
Gli ADIG si basano su una modalità di azione/relazione che, se ben compresa,
diffusa e praticata, potrebbe generare un effetto domino in tutte le catene di clienti
e fornitori, creando un impatto eco-sistemico virtuoso.
Qui l’articolo completo
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