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18 aprile   2020

Dall'emergenza alle priorità: Elisa Roldo

Elisa Roldo, Talent Acquisition & Employer Branding Intern presso Marcolin

L’emergenza Coronavirus ricorda all’umanità la sua vulnerabilità, sia a livello personale sia a livello di comunità sociale ed economica. Viviamo una crisi, prevista tra gli altri da Bill Gates nel 2015, che mette in discussione il nostro concetto di benessere: cosa ne pensi?

Siamo arrivati al XXI secolo sentendoci ormai invincibili: tecnologia, globalizzazione e innovazione continua, nulla sembrava poterci fermare. E invece, una piccola particella infettiva di dimensioni submicroscopiche ci ha dimostrato il contrario, scatenando il caos per tutto il globo.

Non siamo più abituati a sentirci vulnerabili e ciò sta portando a conseguenze poco gestibili a livello sociale, che stanno mettendo a dura prova gli apparati governativi. Da un lato persone che crollano emotivamente arrivando ad avere atteggiamenti estremi e di panico generalizzato, dall’altro individui che non ritengono l’evento rilevante, che non collaborano non sentendosi minacciati, abituati a vivere in una condizione di agio e sicurezza, o addirittura che inneggiano a teorie complottiste.

Il problema sta proprio nell’essersi posti al di sopra di quello che è il sistema ecologico all’interno del quale siamo inseriti: noi non possiamo comandarlo, ma dobbiamo piuttosto adattarci rispettandolo. È proprio qui che dobbiamo mettere in discussione il nostro concetto di benessere e comprendere che una visione antropocentrica non potrà che avere effetti negativi. Non dobbiamo vederci come degli dèi, ma piuttosto come parte di un insieme che ha delle regole e con cui dobbiamo convivere in sintonia.


Quali sono le priorità su cui bisogna concentrarsi quando l’emergenza lascerà il posto alla ripresa di una “nuova normalità” e saremo chiamati a ricostruire il nostro tessuto economico e sociale?

La priorità su cui concentrarsi nell’immediato futuro saranno le persone. Quando si entra in uno stato di emergenza, non si torna più indietro: la normalità tornerà, ma in modalità differente e non come eravamo abituati a conoscerla. La mia speranza è che questo evento risvegli nel genere umano la coscienza di ciò che è importante, per noi, per gli altri e per ciò che ci circonda. Lo vedo come una specie di “risveglio dell’anima”. Dovremmo rivedere tante cose: dal sistema economico, alla cooperazione internazionale, fino alla gestione dei sistemi sanitari e alla ricerca. Ma ciò che più conta, è il sistema di istruzione. È cruciale concentrarci sulle generazioni future, sul tramandare loro le competenze dei cittadini del futuro, coloro che dovranno essere in grado di gestire tutto ciò con una visione nuova, equilibrata, resiliente.

 

Quali opportunità stai cogliendo da questa crisi, quali elementi positivi credi di poter trarre e come pensi di valorizzare l’esperienza, sul piano professionale? Quali innovazioni derivanti dai cambiamenti in corso, in particolare nella sfera lavorativa e produttiva, credi possano rivelarsi un valore aggiunto?

È quasi banale dire che questa crisi ci ha obbligati a fare un balzo in avanti. Smart working, e-learning, scambio di best practices a livello internazionale: non si potrà più tornare indietro. Si apre un periodo di ottime opportunità per tutti i settori produttivi e per tutti i lavoratori del mondo, dedicato a un lavoro più smart e più rispettoso nei confronti dell’individuo e dei suoi diritti. Abbiamo ad esempio l’opportunità di ripensare il sistema di decentramento economico che ha caratterizzato gli ultimi decenni e che ha mostrato le sue falle nel 2020. Le situazioni critiche sono quelle che da sempre hanno stimolato l’essere umano a innovare, ripensare sistemi, migliorare il proprio stile di vita, comprendere le priorità. Cogliendo in modo positivo le sfide che ci ha posto questa pandemia, saremo in grado di aprire le porte all’innovazione tecnologica e sociale e a un agognato sviluppo sostenibile a 360 gradi, liberandoci finalmente di un modo di pensare che risulta ormai obsoleto.

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Data e ora

18 aprile   2020