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7 aprile 2020

Dall'emergenza alle priorità: Nadia Servino

Nadia Servino, Sales area manager Spazio Enel Partner presso Enel Energia

22 marzo 2020: un mese ed un giorno fa iniziava in Italia l’incubo del Coronavirus.

Molte cose sono successe in questo mese. Come nell’elaborazione di un lutto siamo passati dall’incredulità (è solo un’influenza...) alla ribellione (io parto lo stesso. Sono le mie vacanze!) alla rassegnata accettazione che ci troviamo di fronte all’Apocalisse.

Siamo dunque costretti a scendere a patti con la nostra vulnerabilità: di donne e di uomini, di madri e padri, di lavoratori di ogni genere e di ogni settore produttivo. E di fronte a questa vulnerabilità, nuova ma anche ritrovata, la reazione non può che essere di adattamento e di evoluzione. Si. Perché Apocalisse non vuol dire solo catastrofe ma anche rivelazione, qualcosa che viene “svelato”. E mai significato fu più adatto alla situazione.

Perché il Coronavirus ci ha “svelato” molte verità che la quotidiana corsa frenetica, nella quale tutti eravamo incastrati, ci impediva di vedere.

Abbiamo capito che la salute è la cosa più importante e che i tagli alla sanità e ai posti letto negli ospedali sono insensati e pericolosi.
Abbiamo capito che l’inquinamento globale non è solo un tema di moda e di Greta ma che può portare conseguenze dannose anche in termini di diffusione di un nuovo virus.
Abbiamo capito che la risposta di un Paese all’emergenza deve essere una risposta che guarda innanzitutto alla salute delle persone e poi a tutto il resto.
Abbiamo capito che lo smart working si può fare, sempre e in qualsiasi azienda. E contribuire così a correre meno, ad inquinare meno.
Abbiamo capito che esiste un “online” comodo e alla portata di tutti: pagamenti, acquisti, spesa alimentare.
Abbiamo capito che le regole vanno rispettate, sempre. E le tasse vanno pagate, sempre e da tutti.
Abbiamo ritrovato una vista nuova e lucida al quotidiano. E la sfida che abbiamo davanti è quella di integrare questa nuova vista con la nostra vecchia vita e tirarne fuori qualcosa di buono, di sostenibile, di solidale.

Quali saranno dunque le priorità quando saremo chiamati a ricostruire l’economia del Paese?

Innanzitutto dovremo trasformare questa esperienza medica e sanitaria in nuovi protocolli di sicurezza e piani di emergenza. Ora sappiamo che un nuovo virus può attaccarci e dobbiamo essere pronti a gestire l’emergenza.

Dovremo saper contaminare ed integrare sempre di più online ed offline, virtuale e fisico. I negozi fisici e l’e-commerce devono essere intercambiabili ed interconnessi, a prescindere dalla dimensione del negozio. Anche la piccola bottega alimentare dovrà avere la consegna a domicilio e la possibilità di pagare e ordinare online.

Si rafforzerà la consegna di cibo pronto a domicilio; una valida alternativa alla cena al ristorante.

Dovremo ricostruire completamente il settore turistico. E dovremo farlo partendo dal racconto di un paese che ha fronteggiato un nuovo virus facendo scuola per il resto dell’Europa.

Continueremo ad usare lo smart working e guadagneremo in produttività e clima aziendale.

Ci troveremo in definitiva di fronte ad una Italia che sarà passata dalla teoria della digitalizzazione alla pratica della digitalizzazione. E questo farà di noi un Paese più forte e più competitivo.

Ne usciremo. E sarà meglio di prima.

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Data e ora

7 aprile 2020