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20 aprile 2020

Dall'emergenza alle priorità: Piero Zanotti

Piero Zanotti, Consulente di direzione, esperto di cambio generazionale, acquisizioni e cessioni, riorganizzazioni e innovazione

L’emergenza Coronavirus ricorda all’umanità la sua vulnerabilità, sia a livello personale sia a livello di comunità sociale ed economica. Viviamo una crisi, prevista tra gli altri da BillGates nel 2015, che mette in discussione il nostro concetto di benessere: cosa ne pensi?

Sì, certamente, dobbiamo rivedere il paradigma centrale, quello rivolto alla salute in senso generale, partendo dalle istituzioni, dalle scuole e dai luoghi di lavoro. In modo particolare nel business dobbiamo imparare a creare nuove previsioni di crescita che non si basino solo su tre voci (ricavi-costi-utili) bensì partire da fattori che evidentemente non sono mai fin ad ora pensati ed in questo senso anche la salute generale e mentale dei propri collaboratori è vitale per l'andamento del business. Ricchezza in senso trasversale, ovvero addivenire ad una migliore ridistribuzione della ricchezza. Se facciamo tutto ciò e lo facciamo bene tutti, potremo constatare che i numeri finali non saranno necessariamente inferiori a quelli auspicati e potremo scoprire che grazie ad nuovo approccio sarà possibile provare un nuovo benessere. In chiaro, relativamente alla migliore distribuzione della ricchezza, i ricchi rimarranno tali, mentre quelli che lo erano di meno aumenteranno la loro ricchezza.

In quanto a Bill Gates in quella sede aveva avanzato una probabilità maggiore che in futuro le minacce potessero arrivare da situazioni come quella stiamo vivendo legata a COVID19 piuttosto che minacce di reali guerre. Alla luce dei fatti è stato precursore ma azzarderei se dicessi che è stato visionario su un tema così delicato ed imprevedibile.


Quali sono le priorità su cui bisogna concentrarsi quando l’emergenza lascerà il posto alla ripresa di una “nuova normalità” e saremo chiamati a ricostruire il nostro tessuto economico e sociale?

Ritornare ad una situazione manifatturiera che aveva fatto dell'Italia uno dei paesi più avanzati degli anni 70 e 80. Tutto ciò però non sicuramente seguendo il "credo" imprenditoriale di quegli anni bensì affrontando nuovi paradigmi. In questo senso i cambi generazionali che erano già in atto devono essere ripresi e il management può essere sicuramente di supporto, specialmente nel contesto delle aziende familiari là dove vige ancora troppo il "credo" delle tre voci (ricavi-costi-utili). Implementare i servizi in senso assoluto poiché un paese moderno è tale se i servizi accompagnano tutto il resto.

Quali opportunità stai cogliendo da questa crisi, quali elementi positivi credi di poter trarre e come pensi di valorizzare l’esperienza, sul piano professionale? Quali innovazioni derivanti dai cambiamenti in corso, in particolare nella sfera lavorativa e produttiva, credi possano rivelarsi un valore aggiunto?

Difficile rispondere a questa domanda anche se è un interrogativo che ci stiamo ponendo tutti. Posso però avanzare che una migliore umanizzazione del tessuto lavorativo nel contesto dei nuovi paradigmi si rivelerà sicuramente vincente nell'ambito della ripresa che non sappiamo ancora da quale stadio ripartirà, proprio per questo è difficile rispondere.

Un migliore impiego e coinvolgimento dei senior managers, anche quelli già in pensione, darà ossigeno intellettuale conoscitivo all'interno delle aziende, soprattutto ai giovani che sembrano essere "assetati" da questo bisogno di esperienza. Un giusto mix di risorse nelle aziende ci ha sempre insegnato che rende più omogenea e sostenibile una crescita, ed è anche nell'ambito della sostenibilità che dovremo lavorare in maniera ardua per gradualmente cercare di rendere questo nostro mondo migliore.

Dobbiamo imparare bene a valutare rischi ed opportunità, l'esercizio del budget è una valida opportunità per dare una traccia di quello che vogliamo dalla nostra azienda, quindi non solo allineare numeri bensì prima concettualizzare commenti (come, quando, perché, perché no ecc. ecc.) e solo dopo aver fatto questo esercizio potremo affiancare numeri più credibili.

In senso generale penso che lavorando poi sui servizi sociali automaticamente si creeranno posti di lavoro e ricchezza, è automatico, ma chiunque ci governi dovrà imparare che prima di "tagliare" bisogna creare, quindi essere coraggiosi. Un ambito a cui dare particolare attenzione è quello dell’istruzione, che deve portare i giovani a tornare a credere in un sistema che di fatto li ha abbandonati.

Bisognerà quindi scrivere un nuovo patto sociale entro il quale tutti noi dovremo riconoscerci, al fine di essere cittadini più solidali, rispettosi delle regole e dei valori e indurre i politici a mantenere sempre alta l’asticella dell’eccellenza.

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Data e ora

20 aprile 2020