Dialogo tra
Marcella Mallen e Giuseppe Zollo, organizzato dal Complexity Institute, guidato da
Dario Simoncini
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Incontro dedicato
al terzo punto del GlobalEnaction Manifesto
Il benessere
sociale è il prodotto di uno sviluppo equilibrato di tutte le dimensioni
dell’essere umano.
L’uomo è felice e
sano se ha la possibilità di vivere una vita piena; ciò è in netto contrasto
con una concezione della vita dell’uomo basata sulla lotta per la
sopravvivenza.
Il concetto stesso
di sopravvivenza presuppone la competizione tra gli esseri con la conseguente
esclusione dei più deboli, evoca la morte degli altri esseri e promuove la
solitudine esistenziale.
Il benessere umano
espressione di una vita piena e felice non è confinato al benessere materiale;
esso non è sufficiente a far star bene la persona, né può da solo generare un
benessere sociale, nonostante l’enfasi che nella nostra cultura viene data alla
misurazione del PIL quale indice di crescita del benessere di un Paese.
E’ necessario
sottolineare come l’aumento del benessere materiale di un Paese non implichi
l’equa distribuzione della ricchezza tra le persone.
Sono sempre più
numerosi gli studi che dimostrano come, indipendentemente dalla misura del
livello di reddito nazionale medio per persona, quanto più alta è la
disuguaglianza percepita dai cittadini di uno Stato tanto più elevata e diffusa
risulta la sofferenza sociale, psicologica e fisica nella comunità.
Sono perciò le
regole del gioco economico, sociale e politico che vanno cambiate per
migliorare il benessere delle persone: occorre rivedere radicalmente i presupposti
su cui è fondato il concetto di benessere della persona, delle organizzazioni e
dei sistemi sociali, politici ed economici.
Il benessere va
posto in relazione con tutte e tre le dimensioni dello sviluppo umano che
devono integrarsi in modo armonioso affinché si realizzi una piena ‘fioritura’
dell’uomo.
Tutti e tre gli
aspetti del benessere dell’uomo sono essenziali e devono perciò essere
soddisfatti non in successione temporale né per auto-generazione, ma
contemporaneamente.
Si tratta di una
relazione sistemica e moltiplicativa e non additiva; nessuno dei tre aspetti
può mancare od essere sostituito da un sovradimensionamento dell’altro, pena la
non realizzazione del benessere umano.
A questi tre
aspetti del benessere umano fanno eco tre tipologie di beni: i beni materiali o
servizi, su cui viene definito il PIL; i beni socio-relazionali, che includono
come valore la relazione tra le persone, di tipo intangibile; ed i beni
spirituali, che soddisfano il bisogno di equità, bellezza, sostenibilità ambientale
e sociale.
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