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28 aprile 2020

Dall'emergenza alle priorità: Giuseppe Pulejo

Le azioni di oggi determineranno il nostro domani
Giusva Pulejo, Ceo Netwoplus, imprenditore con approccio olistico

L’emergenza Coronavirus ricorda all’umanità la sua vulnerabilità, sia a livello personale sia a livello di comunità sociale ed economica. Viviamo una crisi, prevista tra gli altri da Bill Gates nel 2015, che mette in discussione il nostro concetto di benessere: cosa ne pensi?

La pandemia ha indubbiamente cambiato i nostri comportamenti e, di certo, modificherà anche in futuro le azioni di ogni individuo, con le conseguenti reazioni. Cosa voglio dire? Il concetto di benessere è trasversale: esiste un benessere materiale, economico, psicologico, relazionale, sociale, culturale, alimentare, ambientale, così come esiste un benessere organizzativo nel lavoro.
Riflettiamo un attimo sul concetto etimologico della parola “benessere”. Benessere significa stare bene ed è il termine che individua gli aspetti, le caratteristiche e la qualità della vita di ciascun individuo nell’ambiente che lo circonda. Ma quando questo ambiente muta in maniera profonda in virtù di fattori esogeni? Ecco, è qui che bisogna soffermarsi. Professionalmente opero su più campi: da quello della consulenza digitale multisettoriale fino ai settori legati al turismo, alla filiera agroalimentare e al fashion. Si può quindi affermare che con le società di cui faccio parte come partner e di quelle che in primo luogo, invece, gestisco, il mio approccio olistico è particolarmente diversificato.
Come detto qualche giorno addietro a un mio cliente, trovo adatte da ripensare, in questo momento storico, le tesi di Herbert Simon e il suo assunto sulla “razionalità limitata” applicata a concetti di psicologia cognitiva. Questo tipo di razionalità si basa su un concetto fondamentale dell’economia comportamentale e riguarda i modi in cui il processo decisionale influenza le singole scelte degli individui. Ed è qui che bisogna pensare alla “metafora della forbice”, dove da un lato c’è la natura del nostro pensare e dall’altra c’è la natura delle circostanze esterne all’interno delle quali ci troviamo a prendere delle decisioni. Come Simon rimise in discussione un modello di economia tradizionale che si muove sul modello di un individuo che parte da una situazione limitata e tende a ricercare una soluzione soddisfacente, oggi noi tutti, manager e imprenditori, dobbiamo pensare a una soluzione ottimale che vada a superare quella soddisfacente per cui fino a ieri potevamo tenere in piedi, senza grossi problemi, le nostre aziende. Solo così potremo ritrovare quel benessere perduto: trasformando una grande crisi in opportunità per ripensare i nostri modelli di business in termini di processi evolutivi.

Quali sono le priorità su cui bisogna concentrarsi quando l’emergenza lascerà il posto alla ripresa di una “nuova normalità” e saremo chiamati a ricostruire il nostro tessuto economico e sociale?

Senza dubbio l’importanza delle relazioni umane abbinate all’esaltazione del valore di ogni singolo individuo, attraverso la generazione del valore delle competenze. Bisogna andare alla ricerca dell’optimum in ogni settore e non più della soluzione soddisfacente, come prima espresso.
Il tema del riconoscimento e della valorizzazione delle competenze è oggi più che mai, un tema strategico. Se è vero che le aziende sono fatte di persone è anche vero che le persone rappresentano l’elemento determinante su cui basare la competitività di un’azienda e determinano, in larga misura, la stessa possibilità di rimanere sul mercato nel lungo periodo. Incentivare e, soprattutto, trattenere quelle risorse che fanno la differenza, rappresenta uno degli imperativi a cui nessuna azienda potrà più sottrarsi. Le persone devono poter vedere riconosciute e valorizzate le proprie competenze, quando ci sono, sulla base di modelli trasparenti e condivisi. E quando non ci sono, ci deve essere la possibilità di accrescerle attraverso interventi di formazione, coaching o mentoring a seconda delle necessità. Tutto ciò può avvenire solo se si dispone di una conoscenza completa delle proprie risorse, della loro storia professionale, delle caratteristiche peculiari, delle loro ambizioni.


Quali opportunità stai cogliendo da questa crisi, quali elementi positivi credi di poter trarre e come pensi di valorizzare l’esperienza, sul piano professionale? Quali innovazioni derivanti dai cambiamenti in corso, in particolare nella sfera lavorativa e produttiva, credi possano rivelarsi un valore aggiunto?

L’economia della disintermediazione digitale sta spostando la creazione di valore da filiere produttive tradizionali in nuovi ambiti. Risulta necessario comprendere questi aspetti e migrarli in una vera digitalizzazione delle nostre aziende dove il progresso tecnologico e il potenziale innovativo sono figli di processi non convenzionali che cambiano la vita delle aziende e degli individui all’interno delle società nelle quali vivono. Sul piano personale e professionale, attraverso la mia boutique di marketing e comunicazione non convenzionale, come a me piace definirla, aiutiamo i nostri clienti (aziende, imprenditori, manager, liberi professionisti) a digitalizzarsi in modo congruente ai loro obiettivi e al grado di reputazione che vogliono conquistare nel tempo. Sappiamo bene che il digitale pervade qualsiasi funzione aziendale in modo trasversale e siamo consapevoli di quanto il mindset sia determinante nella riuscita di un progetto. Se posso permettermi, il consiglio che suggerisco è quello di guardare sempre la foresta e non solo il proprio orticello dove quotidianamente siamo immersi. La foresta è quella zona a cui vogliamo ambire da qui ai prossimi anni e che nella quota parte delle ambizioni di ogni essere umano, potenzialmente, ci spetta; l’orticello è quella microsfera dove siamo cristallizzati oggi e che potremmo definire “comfort zone”. Uscire dalla comfort zone significa proprio questo: mettersi alla prova in situazioni meno confortevoli, andando alla ricerca di nuove sfide nell’ottica di un miglioramento continuo.

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Data e ora

28 aprile 2020